Manutenzioni

MANUTENZIONI

Cosa fare per la manutenzione della caldaia

La cura degli impianti di riscaldamento è fondamentale, sia per assicurarti il caldo in casa che per consumare meno e non incappare in spiacevoli sanzioni. Con il recente regolamento, ci sono nuove indicazioni sulle scadenze. Leggi le nuove normative. In ogni caso, verifica sempre con il tuo Comune o Provincia quali sono i termini previsti nel tuo caso.

Il contratto di manutenzione programmata Assiteck

consente di mantenere sempre in perfetta efficienza i tuoi impianti e in più ti offre la possibilità di ottenere alcuni particolari vantaggi: scoprili contattando l’azienda via e-mail o presso la sede!

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Ecco come si presentano un bollitore (Fig.1) o uno scambiatore (Fig.2 e 3) dopo pochi anni di utilizzo, e come si presentano dopo una corretta manutenzione (Fig.4 e 5):

MANUTENZIONE CALDAIE

Manutenzione dell'impianto di riscaldamento

La manutenzione è fondamentale per assicurare in primo luogo un risparmio sul consumo di combustibile, riducendo le probabilità di imprevisti e fermi tecnici nella stagione di riscaldamento e quindi per mettere l’apparecchio in condizione di avere una vita operativa di durata decisamente maggiore
dello standard medio.

La manutenzione periodica di tutti gli impianti di riscaldamento è un’operazione obbligatoria secondo le cadenze fissate dal D.Lgs. 192/2005 e successive modificazioni e dalle disposizioni regionali.

La manutenzione è una operazione da programmare al termine della stagione di riscaldamento o all’approssimarsi dell’autunno, in modo da prenotare
per tempo l’intervento presso il proprio manutentore di fiducia ed essere certi di un buon funzionamento all’accensione.

Per gli impianti di riscaldamento centralizzati è fatto obbligo all’Amministratore dello stabile di chiamare a tempo debito il tecnico abilitato per la pulizia della caldaia, il controllo dei fumi (verifica di rendimento) e la verifica generale dell’impianto termico e del locale “centrale termica”.

Ogni anno tutti gli impianti termici devono essere sottoposti a manutenzione, mentre la verifica del rendimento energetico della caldaia dovrà essere effettuata secondo le seguenti cadenze:

impianti fino a 35 kW => secondo le istruzioni indicate nel libretto di uso e manutenzione.

impianti da 35 a 350 kW => una volta ogni anno

impianti sopra i 350 kW => due volte all’anno

Sul “Libretto di Impianto o Centrale” deve essere obbligatoriamente annotato il rendimento di combustione della caldaia misurato in occasione delle verifiche, nonché il consumo annuo di combustibile (es. gas o gasolio) come nell’allegato H del D.Lgs 192/2005, o nelle analoghe prescrizioni dei vari provvedimenti regionali.

Nel caso in cui la caldaia non raggiunga il rendimento minimo prescritto dal D.Lgs 192/2005, è fatto obbligo procedere alla sostituzione entro 300 giorni dalla verifica.

Il responsabile di impianto (proprietario/occupante) o il Terzo Responsabile (se è stato nominato) è passibile di una sanzione da 516 a 2.582 Euro nel caso in cui non adotti tutte le precauzioni atte a contenere i consumi di energia dell’impianto, o nel caso in cui non provveda a far eseguire le manutenzioni di Legge.

Le verifiche degli impianti sono affidate ai Comuni con più di 40.000 abitanti oppure dalle Province nel caso di Comuni con meno di 40.000 abitanti.

Le regioni stabiliscono in genere le modalità per la cosiddetta “autocertificazione” dell’avvenuta manutenzione che, prevedendo il pagamento di un tributo (mediante procedure quali l’apposizione del “bollino verde”, o analoghi), evitano all’utente la visita ispettiva a pagamento da parte dell’ente di controllo. La visita ispettiva può avvenire ancora, ma “a campione”, in questo caso in forma gratuita.

E’ importante comunque sottolineare che la “visita ispettiva” non sostituisce la manutenzione periodica dell’impianto, che rimane obbligatoria ed è demandata al tecnico manutentore di vostra fiducia.

Occorre infine precisare che la manutenzione ordinaria degli impianti di riscaldamento, così come definita ai sensi del D.Lgs 192/2005, all’Allegato A, comprende tutte e sole le operazioni ” previste nei libretti d’uso e manutenzione degli apparecchi e componenti che possono essere effettuate in luogo con strumenti ed attrezzature di corredo agli apparecchi e componenti stessi e che comportino l’impiego di attrezzature e di materiali di consumo d’uso corrente”. In altre parole, operazioni quali le videoispezioni dei camini/canne fumarie o anche le semplici decalcificazioni con impiego di acidi saranno da considerarsi operazioni di manutenzione straordinaria ai sensi del DPR 412/93, in quanto richiedono atrezzature speciali e/o protezioni da laboratorio. Tali operazioni sono di norma escluse (se non diversamente specificato) dai contratti di manutenzione periodica/ordinaria, in quanto la loro cadenza non è prevedibile (ad es. dipende dalla durezza dell’acqua, dal livello di consumo individuale e dalla temperatura impostata per l’acqua calda).

Le operazione di manutenzione straordinaria possono spettare al proprietario (es. videoispezione del camino o canna fumaria), che è tenuto tra l’altro
agli eventuali adeguamenti di Legge, o all’occupante/inquilino ( es. decalcificazione), che è tenuto al mantenimento delle condizioni iniziali dell’impianto. Torna a categoria Principale>

MANUTENZIONE IMPIANTI

Lavaggio impianti di riscaldamento

Il lavaggio dell’impianto ed il successivo trattamento dell’acqua può essere effettuato in qualsiasi momento, e diventa obbligatorio quando si installa una nuova caldaia, sia su impianto preesistente che su impianto nuovo. Assiteck esegue lavaggi dell’impianto di riscaldamento domestico ed il trattamento dell’acqua in conformità a quanto stabilito dal DPR 59 / 09

COSA

In queste righe affrontiamo brevemente il tema del trattamento dell’acqua degli impianti di riscaldamento. L’acqua è il liquido che circola nei nostri impianti di riscaldamento e nei nostri termosifoni, si usa l’acqua essenzialmente perchè a basso costo e facilmente reperibile. Ma l’acqua così com’è, presenta alcune proprietà chimiche che non sono l’ideale per questa applicazione. Per avere il liquido ottimale basta “trattare” l’acqua che c’è nei nostri impianti. Il “trattamento” dell’acqua consiste semplicemente nell’aggiungere una modica quantità di un prodotto specifico pulitore per fanghi

Il trattamento dell’acqua di un impianto di riscaldamento deve essere preceduto da un efficacie lavaggio dell’impianto stesso, eseguito con prodotti chimici adeguati quali.

QUANDO

Il lavaggio dell’impianto ed il successivo trattamento dell’acqua può essere effettuato in qualsiasi momento, e diventa obbligatorio quando si installa una nuova caldaia, sia su impianto preesistente che su impianto nuovo.

PERCHÈ

Vi sono tre ordini di motivazioni per procedere con il lavaggio dell’impianto ed il successivo trattamento dell’acqua:

Prevenire o risolvere i problemi per l’impianto e per le caldaie, soprattutto a condensazione. I problemi sono quelli derivanti da:
– corrosioni, generalizzate e puntiformi,
– depositi di calcare e incrostazioni,
– formazione di alghe (per impianti a pannelli radianti, e basse temperature).
Ottemperare ai requisiti legislativi:DL 195 (05) e DL 311 (06) resi attuativi dal DPR 59 (09), che all’articolo 4 comma 14 indica chiaramente l’obbligatorietà di questo intervento.

Risparmiare denaro:questo intervento fa risparmiare denaro sia direttamente in termini di combustibile, sia aumentando la durata e l’efficienza dell’impianto, e riducendo le necessità di interventi di manutenzione. Sebbene sia difficile calcolare con precisione l’entità del risparmio, date le numerose variabili in gioco, alcuni studi indicano che, con un trattamento ben eseguito e con prodotti idonei, si risparmia, come minino, il 2.5% di combustibile, ma si può arrivare anche al 10% ed oltre, se si partiva da un impianto molto sporco.

Con il lavaggio si ripristinano le condizioni originarie dell’impianto, evitando lo smontaggio dei termosifoni e altre operazioni manuali.

Il trattamento di protezione è ancora più semplice in quanto basta aggiungere una bottiglietta , di un prodotto “Protettivo” di elevata qualità e prestazioni, che assicurerà una protezione a lungo termine (fino a 10 anni) dell’impianto e della caldaia. Nel caso l’impianto necessitasse anche di protezione dal gelo, si può effettuare la protezione con liquido antigelo . Se si tratta di un impianto a basse temperature (pannelli radianti) è opportuno completare la protezione con Biocida per prevenire la formazione di Alghe.

Impianti autonomi:
ove possibile, è consigliabile effettuare uno svuotamento completo dell’impianto assistiti da un conta-litri, seguito da riempimento con acqua pulita di rete: oltre a ricavare il volume preciso, che permette di dosare correttamente il condizionante chimico, si otterrà il vantaggio di eliminare le particelle eventualmente circolanti nell’acqua, come fase preliminare di un lavaggio chimico.
Se lo svuotamento non è possibile, il contenuto d’acqua si può ricavare se è noto il contenuto di ciascun elemento radiante e moltiplicando per il numero di elementi, aggiungendo infine il volume del vaso d’espansione e il contenuto d’acqua stimato delle tubazioni.
Se anche questi dati non sono noti, si può effettuare un calcolo approssimativo con la formula:
contenuto d’acqua in litri = potenza caldaia in kW x 6
Va anche tenuto conto del serbatoio di accumulo, che può aggiungere parecchi litri alla capacità di un impianto.

DUREZZA TOTALE DELL’ACQUA
Va indicata la durezza totale dell’acqua di riempimento impianto (rete idrica o pozzo), espressa in gradi francesi (°f).

Che cos’è la durezza totale dell’acqua?
E’ la somma del contenuto di ioni calcio (Ca) + ioni magnesio (Mg) sciolti nell’acqua. 1°f equivale a 10 ppm (parti per milione = milligrammi/litro), quindi un’acqua di durezza 30°f conterrà 300 milligrammi per litro di ioni Ca e Mg. Nelle acque italiane, il calcio prevale nettamente sul magnesio.

Perché ne viene richiesta la rilevazione?
La durezza dell’acqua, quando questa viene portata ad alta temperatura (indicativamente maggiore di 60°C), tende a formare incrostazioni di carbonato di calcio (= calcare), un sale solido e compatto di conducibilità termica circa 100 volte inferiore a quella di un metallo come l’acciaio.
Nel circuito di riscaldamento il calcare si deposita soprattutto sullo scambiatore della caldaia, riducendo lo scambio termico e peggiorando il rendimento della caldaia stessa (anche del 4-5%), aumentando così il costo della bolletta energetica per l’utente. Inoltre manda in blocco la caldaia causando fermate e rotture premature di parti. Nell’impianto ACS, il calcare danneggia lavatrici, lavastoviglie e bollitori, depositandosi nelle tubazioni, ostruendole
progressivamente e causando perdita di portata dell’acqua alle utenze.

La durezza dell’acqua di riempimento, oltre ad essere un’utile indicazione del suo potenziale incrostante, determina se per l’impianto sono prescritte apparecchiature atte a ridurre il rischio di incrostazioni, secondo il DPR. 59/09, Art. 4 comma 14, che prescrive con riferimento alla norma tecnica UNI 8065: per impianti di potenza nominale del focolare complessiva compresa tra 100 e 350 kW, un trattamento di addolcimento per gli impianti di potenza maggiore di 350 kW, un filtro di sicurezza (consigliabile comunque in tutti casi) e, se l’acqua ha una durezza totale maggiore di 15° f, un addolcitore

Tali indicazioni valgono:
in assenza di produzione di ACS e in presenza di acqua di alimentazione dell’impianto con durezza temporanea ≥ 25 °f;
in caso di produzione di ACS in presenza di acqua di alimentazione dell’impianto con durezza temporanea > 15 °f

MANUTENZIONE CLIMATIZZATORI

Sanificazione impianti di climatizzazione

La manutenzione del condizionatore è un’operazione tanto importante quanto necessaria per migliorarne l’efficienza energetica e per non rischiare di riempire i nostri ambienti con aria insalubre durante l’utilizzo estivo, è necessario eseguire alcune operazioni principali:
pulizia dell’unità esterna e, se è possibile, di quella interna, costantemente sottoposte a polvere e agenti inquinanti (nell’occasione controlliamo anche la stabilità dell’appoggio del motore);
pulizia dei filtri, dove è facile che si annidino germi e batteri;
– verifica di eventuali perdite di gas refrigerante e controllo dei condensatori.

Differenze tra manutenzione ordinaria e revisione obbligatoria
Eccezion fatta per il controllo sull’efficienza energetica, tutte le altre attività previste per la revisione obbligatoria rientrano anche nella manutenzione ordinaria degli impianti, che andrebbe effettuata almeno una volta all’anno.
Gli esperti raccomandano di controllare e pulire split e filtri prima di ogni estate per mantenere buona la qualità dell’aria immessa negli ambienti ed eliminare acari, batteri e allergeni. Per farlo è sufficiente seguire le istruzioni per bloccare i filtri e pulirli con sapone detergente neutro, avendo poi l’accortezza di sciacquali bene e farli asciugare all’aria prima di rimontarli.
Anche il motore esterno andrebbe pulito ogni anno, per eliminare foglie e sporcizia con un apposito sgrassatore. In questa occasione è sempre bene verificare che l’unità sia stabile e integra in tutte le sue parti.
Perché avvalersi di un tecnico specializzato? Per la manutenzione obbligatoria è indispensabile, poiché è necessario essere certificati per effettuare le operazioni previste per legge, mentre per la manutenzione ordinaria è comunque consigliato. Se è vero che alcune di queste attività ordinarie possono essere svolte in autonomia, è bene limitarsi alle azioni di pulizia superficiale, senza aprire la macchina o interagire con le parte meccaniche. Un operaio specializzato, invece, è in grado di svolgere tutte le attività in modo più accurato e preciso, rilevando e risolvendo eventuali criticità. In questo modo si evitano eventuali guasti, garantendo che l’impianto duri a lungo, mantenendo sempre ottime prestazioni sia in termini di consumi che di qualità dell’aria.

Vantaggi della manutenzione del climatizzatore
Oltre ad essere obbligatoria, la manutenzione del condizionatore è di assoluta importanza per garantire un ciclo di vita duraturo dell’apparecchio e dei suoi elementi. Compiere le operazioni di sanificazione e igienizzazione dei condizionatori consente di ottenere un corretto funzionamento dell’impianto ed una migliore climatizzazione dell’ambiente circostante. Da questi semplici interventi, si possono trarre numerosi vantaggi:
Bollette più basse: assicurando che l’apparecchio funzioni sempre al meglio, si arriva ad ottenere la resa migliore con il minor consumo energetico. Questo si traduce in una climatizzatore più efficiente ed in una bolletta meno cara.
Minor impatto ambientale: un climatizzatore rallentato o danneggiato consuma più energia ed inquina di più. Un apparecchio efficiente, al contrario, è più rispettoso dell’ambiente ed ha un’impronta energetica minore.
Aria più fresca e sana: mantenendo puliti filtri e split si evita che l’aria immessa negli ambienti sia priva di polvere, acari e pollini che potrebbe scatenare fastidiose allergie. Inoltre solo igienizzando e sanificando in modo professionale le parti dove ristagna l’acqua, si è sicuri di evitare la proliferazione di pericolosi batteri come la legionella.


La ricerca di eventuali perdite di gas
– L’ultima operazione da fare per essere tranquilli di aver effettuato una corretta manutenzione del proprio condizionatore è la verifica di eventuali perdite del gas refrigerante.
– Si tratta di un problema frequente che, oltre ad essere pericoloso, causa un grave malfunzionamento del condizionatore con un calo di rendimento e un conseguente aumento dei consumi energetici.
– La perdita di gas frigorifero inoltre causa danni all’ambiente: 1 kg di gas frigorifero R-410A disperso provoca un livello di inquinamento equivalente a più di 2 tonnellate di CO2.
– Tuttavia, si tratta di un’operazione che richiede esperienza nell’uso della strumentazione e del gas stesso.
– Il controllo del gas deve essere effettuato da un’azienda certificata con personale in possesso del patentino per operare con i gas refrigeranti (Fgas)

MANUTENZIONE IMPIANTI SOLARE TERMICI

Manutenzione impianti solare termici

Come in ogni altro impianto tecnologico, anche il solare termico necessita di una adeguata manutenzione per garantirne il corretto funzionamento e l’ottimizzazione delle prestazioni. Non mostrando, nella maggior parte dei casi, una particolare complessità impiantistica, il solare termico non ha comunque bisogno di onerosi programmi di manutenzione, quanto piuttosto di un periodico controllo di alcuni suoi parametri di esercizio.
La necessità di manutenzione non è una specificità dei sistemi solari termici e non è legata a una presunta inaffidabilità di tali sistemi. “Sorvegliare – riconoscere – intervenire” è, infatti, una regola che dovrebbe essere applicata a qualsiasi sistema per la produzione di energia, al fine di assicurare la sua durata nel tempo e ottenere da esso il massimo rendimento. Prestazioni deludenti dei sistemi solari sono, invece, il più delle volte, dovute non a debolezze della tecnologia, quanto a trascuratezza nelle operazioni di manutenzione o a una scelta erronea di alcuni componenti idraulici tradizionali. Ciò, però, non viene percepito correttamente dall’utente e conduce all’errata convinzione che il sistema solare non porti altro che problemi.

Una delle peculiarità degli impianti solari rispetto ad altre tecnologie è il possibile raggiungimento di temperature elevate (anche superiori ai 100÷150 °C) nel circuito primario. La resistenza delle valvole, delle saldature, del sigillante della pompa e di altri componenti deve essere verificata, in particolare dopo il verificarsi di fenomeni di stagnazione. Il cedimento di uno di questi dispositivi potrebbe essere segnalato da perdite di fluido e si consiglia soprattutto il controllo dei tratti di raccordo delle tubazioni, le zone più deboli dell’impianto.

Controlli più specifici, invece, dovrebbero essere eseguiti da personale specializzato e sarebbe opportuno che una cadenza regolare di verifica ed eventuale manutenzione fosse stabilita e contrattata già al momento della consegna dell’impianto. Una cadenza auspicabile è quella biennale, anche se si potrebbe comunque prevedere una prima verifica dopo i 12 mesi dall’installazione.
I controlli da eseguire sono numerosi e qui si riportano, in aggiunta a quelli sopra descritti, i più rilevanti ai fini di un corretto funzionamento.
La portata del fluido termovettore nel circuito deve essere uguale al suo valore di progetto. Eventuali riduzioni potrebbero indicare la presenza di depositi calcarei o di ostruzioni di altra natura.
Si deve verificare, poi, l’assenza di aria nel circuito, solitamente segnalata da rumori nelle tubazioni. L’apertura delle valvole di sfiato consente l’uscita di bolle d’aria.
Per quanto riguarda l’integrità dei componenti, punti particolarmente sensibili che devono essere controllati sono la membrana del vaso di espansione, le valvole di sfiato e quelle di sicurezza.
Perdite di fluido che indicano danneggiamenti nella tenuta del circuito primario possono essere individuare o visivamente oppure, con maggiore precisione, dalla verifica del valore della pressione, che deve risultare uguale a quello di progetto.
Un aspetto particolarmente rilevante nel caso in cui il circuito primario contenga una miscela di acqua e antigelo (che corrisponde alla quasi totalità degli impianti oggi installati) è la verifica dello stato e della composizione del fluido termovettore, soprattutto in seguito a fasi di stagnazione che hanno comportato una sua parziale o totale evaporazione. Prima di tutto, perciò, deve essere controllata la percentuale di glicole antigelo presente nella miscela. Poi, deve essere verificata la sua acidità: il pH non dovrebbe scendere al di sotto di 6,6 altrimenti il fluido potrebbe diventare pericolosamente corrosivo.